Disordine, oscurità, entropia, scompiglio, confusione, irrazionalità, diversità. Il caos ha molteplici volti, sempre in disarmonia con l’ordine e la calma, ma è davvero così?
Non c’è forse un’equazione che spieghi l’evoluzione del cosmo o formule geometriche nascoste dietro le regole della natura?
Immaginate una corda lasciata cadere nel vuoto. Una volta a terra, quella matassa di intrecci sembrerà un corpo informe, ma è proprio nella caduta che la luce illumina la disarmonia grazie alle leggi che regolano l’universo.

Se guardate con attenzione un albero, con i suoi rami e le sue foglie, o la linea dell’orizzonte spezzata dal moto delle onde o dai pendii delle montagne, così come le infinite combinazioni di corpi celesti che nella notte brillano sulle nostre teste, non trovate forse il punto di congiunzione tra l’armonia e il disordine?

Le catene dei nostri retaggi culturali ci imbrigliano e fanno sì che davanti ai nostri occhi si mostrino solo il bianco o il nero, ma la luce è fatta di infinite combinazioni che non sappiamo spiegare. E’ forse per questo che giudichiamo, con estrema semplicità, caos tutto ciò che non sappiamo spiegarci, definendo ordine ciò che conosciamo? Parte da qui la continua ricerca di ordine e armonia che vuole imbrigliare il caos e le sue pulsioni che viviamo dentro?

Caos e ordine, nella fotografia, in quella che ricerco, sono elementi comuni che vanno osservati a lungo e compresi come un corpo unico. Le infinite geometrie di soggetti irrazionali che vanno a braccio con la confusione e la creatività che viviamo dentro. E’ qui che risiede la realtà.